Conquista spagnola del Guatemala

Conquista spagnola del Guatemala
parte della colonizzazione spagnola delle Americhe
Il conquistador Pedro de Alvarado ebbe un ruolo fondamentale nelle prime fasi del Guatemala.[1]
Data1524-1667
LuogoGuatemala
EsitoVittoria spagnola
Schieramenti
Impero spagnolo e alleati localiRegni indigeni indipendenti e città-stato come quelli dei Chajoma, dei Chuj, degli Itza, degli Ixil, dei Kakchiquel, dei Kejache, dei K'iche', dei Kowoj, dei Lakandon Ch'ol, dei Mam, dei Manche Ch'ol, dei Pipil, dei Poqomam, dei Q'anjob'al, dei Q'eqchi', dei Tz'utujil, degli Xinca e degli Yalain
Comandanti
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La conquista spagnola del Guatemala fu un lungo conflitto nel corso della colonizzazione spagnola delle Americhe, nel quale gli spagnoli gradualmente incorporarono il territorio che divenne poi il moderno Guatemala nel vicereame della Nuova Spagna. Prima della conquista, questo territorio conteneva un gran numero di regni mesoamericani in lotta tra loro, la maggioranza dei quali erano maya. Molti conquistadores vedevano i Maya come "infedeli" che dovevano essere convertiti e pacificati, disgregando le strutture della loro società.[2] Il primo contatto tra Maya e esploratori europei avvenne all'inizio del XVI secolo quando una nave spagnola salpata da Panama e diretta a Santo Domingo si incagliò nella costa orientale della Penisola dello Yucatán nel 1511.[2] Gli spagnoli fecero seguire altre spedizioni nel 1517 e nel 1519, raggiungendo diverse parti della costa dello Yucatan.[3] La conquista spagnola di questo territorio fu ad ogni modo lunga per l'opposizione dei Maya che richiesero quasi due secoli per essere soggiogati dagli spagnoli.[4]

Pedro de Alvarado giunse in Guatemala dalla Messico da poco conquistato all'inizio del 1524, comandando una forza mista di conquistadores spagnoli e alleati locali, in gran parte da Tlaxcala e Cholula.[5] I maya Kaqchikel inizialmente si allearono anch'essi con gli spagnoli, ma ben presto gli si ribellarono per l'eccessiva richiesta di tributi e non si arresero sino al 1530. Nel frattempo gli spagnoli erano riusciti coi loro alleati a soggiogare la maggior parte dei regni maya del Guatemala. Gli Itza e altri gruppi locali del bacino di Petén entrarono in contatto per la prima volta con Hernán Cortés nel 1525, ma rimasero indipendenti e ostili sino al 1697, quando un assalto spagnolo guidato da Martín de Ursúa y Arizmendi riuscì a sconfiggere gli ultimi regni indipendenti maya.

Le tattiche e le tecnologie spagnole e indiane differivano notevolmente tra loro. Gli spagnoli vedevano la cattura dei prigionieri come una perdita di tempo, mentre i Maya davano priorità alla cattura di nemici vivi e a fare bottino. I popoli indigeni del Guatemala non avevano però gli elementi chiave della tecnologia del Vecchio Mondo come ad esempio la ruota, i cavalli, il ferro, l'acciaio, la polvere da sparo; essi non erano inoltre immuni alle malattie più banali del Vecchio Mondo cui non potevano opporsi. I Maya avevano preferenza alle razzie ed alle imboscate come tecniche di guerra, utilizzando lance, frecce e spade di legno con innestate lame di ossidiana; gli Xinca delle pianure del sud usavano anche del veleno sulle loro frecce. In risposta all'uso della cavalleria da parte degli spagnoli, i Maya erano soliti scavare delle buche con pali acuminati che poi venivano ricoperte.

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore lov58
  2. ^ a b Jones (2000), p. 356.
  3. ^ Jones (2000), pp. 356-358.
  4. ^ Sharer e Traxler (2006), pp. 8, 757.
  5. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore sha764

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